Ultime dai mercati | Aggiornamento del 3 aprile 2020

Venerdì, 03 Aprile 2020

Economia e mercati

Ieri il Presidente USA Donald Trump ha dichiarato l’apertura al dialogo tra OPEC e la Russia per giungere a possibili tagli della produzione, alimentando ulteriormente il rimbalzo del petrolio che ha chiuso la giornata in rialzo del 21% poco sotto i 30 dollari al barile per il Brent. Molti operatori però sono dubbiosi in relazione alle dichiarazioni di Trump il quale ha citato possibili tagli alla produzione di 10/15 milioni di barili al giorno, quantità che sembra esagerata in relazione al fatto che un mese fa non si raggiunse l’accordo su una quantità assai più bassa di 1,5 milioni.

Ciò ha comunque controbilanciato le notizie negative relative alla pubblicazione dei dati settimanali in USA delle richieste di sussidi di disoccupazione che hanno superato ogni più pessimistica aspettativa toccando il record storico assoluto. 

Questa è la prova tangibile degli effetti della chiusura delle attività in sempre più numerosi Stati federali al fine di contenere il diffondersi dell’epidemia che ha portato in pochi giorni gli Stati Uniti a detenere il triste primato del numero di contagiati con ben 245.000 casi accertati. Ad ulteriore conferma della brusca frenata della prima economia mondiale sono giunti anche i dati relativi alla bilancia commerciale per il mese di febbraio che ha visto una contrazione del deficit del -12,2% a 39 miliardi di dollari, contrazione prevalentemente derivante dal forte calo delle importazioni dalla Cina. Va precisato che da un punto di vista di contabilità nazionale in realtà un minore deficit commerciale incrementa il PIL, ma attraverso un’indotta riduzione delle scorte e segnalando una futura minor produzione industriale e minori consumi in questa circostanza di crisi va letto come un dato negativo.

mercati azionari, con in testa gli Stati Uniti, sono riusciti a reagire positivamente ad un’altra giornata difficile sul fronte dei dati macroeconomici, che segnalano una recessione sempre più grave, grazie sostanzialmente al forte rimbalzo del prezzo del petrolio, che ha aiutato gli indici trainati dai titoli dell’energia.

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